Dove vengono prodotte le Church’s?
Nel 1879 Church's apre la sua prima bottega al 30 di Maple Street, a Northampton, dove Thomas, sua moglie Eliza e loro due figli, Alfred e William, decisero di allestire una piccola fabbrica. Ma già nel 1880 la sede si sposta a Duke Street, dove tutti i processi lavorativi - fino a quel momento svolti per la maggior parte nelle case dei singoli artigiani - vengono concentrati all'interno di uno stabilimento più grande. Lo stesso edificio venne ristrutturato e trasformato in un moderno stabilimento di sei piani nel 1892. È il 1957 quando venne inaugurato lo stabilimento di St. James Road, sede storica dove tutt'ora si trova il quartier generale del marchio Church's.
La storia di Church's è legata sin dalle origini a Northampton, distretto da sempre noto per la sua industria calzaturiera. L'area, già conosciuta nel medioevo per la lavorazione del cuorio. si era trasformata in un pilastro produttivo nel tardo Ottocento, quando i calzolai rappresentavano quasi la metà degli abitanti della città. Da sempre, quindi, i luoghi della tradizione di Church's ruotano attorno a Northampton e, dal 1957, alla sua sede di St. James Road, oggi completamente ristrutturata dal Gruppo Prada.
Come vengono prodotte le calzature Church’s?
Ogni calzatura Church's è una storia di innumerevoli passaggi fatti a mano con orgoglio e dedizione, con cura minuziosa dei dettagli e pellami attentamente selezionati. Ogni giorno, nello storico stabilimento di Northampton abili artigiani sono protagonisti della creazione e produzione delle Church's, le tradizionali calzature inglesi dalla finissima manifattura.
Il processo di produzione inizia con il controllo qualità e l'accurata selezione del pellame, che viene successivamente tagliato a mano con una lama in metallo fatta scorrere lungo apposite sagome chiamate dime per evitare sbavature o incertezze. Dopo aver assottigliato i bordi ed uniformato gli spessori, fodera e tomaia vengono cucite insieme nel processo di orlatura, svolto con un filo di cotone, fino a formare il modello completo. Segue una speciale cucitura detta “Welted”, che garantisce la possibilità di una facile risuolatura della scarpa senza danneggiare la tomaia. La striscia di cuoio chiamata guardolo viene cucita al bordo del sottopiede; in seguito si realizza la cucitura della suola al guardolo: una speciale operazione nella quale vengono utilizzati due diversi fili di cotone per garantire la massima resistenza. Nel vuoto che si crea tra sottopiede e suola è collocata un’intersuola riempita con uno speciale sughero. I bordi della suola sono successivamente rifiniti per poi essere colorati. Questa operazione è eseguita con particolare attenzione a mano libera dagli abili artigiani di Church’s. Infine, nella “shoe room”, la stanza in cui ogni scarpa assume il suo colore definitivo, la calzatura viene allacciata, spazzolata e lucidata e raggiunge così il suo “look” finale tipico del marchio Church’s. Questo metodo di costruzione è stato introdotto nel 1869, ed è attuato ancora oggi. La produzione di un paio di Church’s richiede circa dodici settimane di lavoro e oltre trecento accurati e sapienti passaggi.
Come pulire le Church’s?
Prendersi cura delle proprie Church's è fondamentale per evitare che perdano il proprio inconfondibile fascino inglese. Di seguito, noi di Paglione Calzature vi spieghiamo come fare.
- Togliete i lacci dalle vostre calzature e metteteci dentro i tendiscarpe della misura corretta.
- Rimuovete la polvere e la sporcizia con la spazzola piccola per tomaia in pelle ed un po' d'acqua.
- Spalmate la crema facendo attenzione ad usare quella nera per i lucidi neri e quella grigia per gli altri colori, con movimenti circolari con la spazzola piccola, senza dimenticare di pulire i guardoli e la tomaia.
- Lasciate che crema possa permeare nella pelle attendendo almeno due ore, quindi rimuovete eventuali eccessi con la spazzola piccola e lucidate la scarpa con la spazzola grande con movimenti lunghi e decisi per creare una lucentezza uniforme.
- Applicate il lucido Church's e lucidare la scarpa con l'ampio pennello con tratti lunghi e decisi per creare una lucentezza uniforme.
- Applicate un po' d'acqua con un panno.
- Completate la lucidatura eseguendo dei movimenti circolari con un panno asciutto. Lasciate asciugare e coprite le calzature con i sacchetti in tessuto Church’s prima di rimettere le scarpe nella loro scatola.
Come, quando e quali tipologie di Church’s indossare?
Non distingui una Oxford da una Derby o un Mocassino da un driver? Non sai quando indossare una Monk Strap o sei sempre stato incuriosito dall’origine del nome sneaker? Sfoglia la guida che Paglione Calzature ti ha preparato per scoprire lo stile, le caratteristiche chiave e la storia di ciascun modello e soprattutto dove e come indossarlo.
Oxford
Non è una sorpresa che la Oxford, scarpa formale per eccellenza, debba il nome alle proprie origini presso la Oxford University, agli inizi del diciannovesimo secolo, quando nacque dal desiderio di discostarsi dall’ormai obsoleto stivale di Oxford in favore di una calzatura più moderna.
- Struttura:calzatura con allacciatura chiusa sulla tomaia e rinforzo cucito sotto la mascherina, per una silhouette esile e minimalista che abbraccia il piede.
- Abbinamenti: elegante e sofisticata, la oxford è una scarpa senza fronzoli, perfetta per l’ufficio, serate eleganti e altre occasioni formali. Abbinala a un abito o a un pantalone a linea dritta per slanciare la gamba.
- È la soluzione ideale per: una calzata più definita; dare un effetto visivo di slancio della gamba; ufficio e occasioni formali.
La Oxford può essere realizzata con un unico pezzo di cuoio, con punta liscia o rifinita con motivo brogue sotto forma di toe cap, half brogue o full brogue.
Derby
La Derby, detta anche gibson o blucher, è nata intorno alla metà del diciannovesimo secolo come calzatura sportiva, la cui struttura composta e calzata regolabile ben si adattavano ad attività all’aria aperta, come la caccia.
- Struttura: a differenza della Oxford, ha un’allacciatura aperta sulla tomaia, con il rinforzo in cima alla mascherina, che consente una calzata più ampia, ideale per chi ha il collo del piede alto.
- Abbinamenti: la Derby è una delle calzature più versatili e colma il divario fra formale e casual. A seconda della pelle, della finitura e dei dettagli, può essere abbinata a capi di ogni genere, da un abito a T-shirt e jeans con risvolto per il weekend.
- È la soluzione ideale per: collo del piede alto; struttura flessibile, adatta ai piedi più larghi; occasioni smart e casual.
Anche le Derby possono avere la finitura brogue e la classica punta arrotondata all’inglese.
Monk Strap
La Monk Strap prende il nome dei suoi primi utilizzatori, i monaci, ed è simile alla derby per forma e struttura, ma sostituisce alla chiusura con occhielli una fascia di pelle, fissata al collo della scarpa da una fibbia.
- Struttura: divenuta popolare negli anni venti del secolo scorso, la Monk Strap può avere una, due o tre cinturini con relative fibbie, a seconda del design, oltre alla finitura brogue.
- Abbinamenti: classica alternativa alla oxford o alla derby, la monk strap è spesso scelta per dimostrare originalità e, come la derby, può essere abbinata a jeans, camicie, capi in denim o outfit formali, a seconda del design. Quella con due fibbie è indice di un look contemporaneo e all’avanguardia, mentre quella con una singola fibbia emana un fascino classico e lineare.
- È la soluzione ideale per: collo del piede alto; rendere originale un outfit da ufficio; rendere più eleganti i look casual.
Mocassino Tubolare
Originariamente pensato come pantofola da casa per Re Giorgio VI d’Inghilterra, il Mocassino tubolare divenne popolare negli anni trenta del secolo scorso come calzatura casual, finché uomini d’affari e avvocati statunitensi non cominciarono ad abbinarlo ad abiti formali negli anni sessanta.
- Struttura: modello di calzatura senza stringhe, il Mocassino tubolare si ispira al mocassino per la caratteristica bacinella elevata che gira attorno alla parte esterna della mascherina. I tre principali tipi di mocassino tubolare sono definiti dalle finiture decorative: il Mocassino college presenta un traversino con fessura sul davanti; il Mocassino veneziano somiglia a una pantofola con mascherina esposta (e solitamente non decorata); il Mocassino con nappe presenta una frangia o delle nappe decorative che pendono dal traversino.
- Abbinamenti: per un outfit per l’ufficio, opta per un mocassino con nappe abbinato a un abito. Per il weekend, accosta un mocassino college a pantaloni chino o jeans, mentre se devi partecipare a una serata formale, scegli il Mocassino veneziano come elegante alternativa alla calzatura classica da sera.
- È la soluzione ideale per: facilità di calzata - senza stringhe; fascino informale; abbigliamento smart/casual.
Pembrey è una scarpa da weekend ormai storica, disponibile in diversi tipi di pelle, colore e finitura. Per un mocassino tubolare da ufficio più formale, scegli il modello con nappe Keats 2.
Stivale Chelsea
Nato in epoca vittoriana come alternativa pratica ai rigidi stivali stringati del tempo, lo stile classico dello stivale Chelsea ha resistito ai cambiamenti della moda nei decenni: dall’adozione come Stivale Paddock da parte dei cavallerizzi a un’ascesa di popolarità negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, grazie al jet set di Chelsea (inteso come quartiere di Londra) prima e ai Mods poi.
- Struttura: caratterizzato dagli inserti elastici, che consentono di infilarlo e toglierlo con facilità, senza comprometterne la silhouette raffinata, lo Stivale Chelsea ha mascherina e quartieri che si congiungono vicino alla caviglia.
- Abbinamenti: esalta gli abiti tradizionali con un modello classico con suola in cuoio o abbina una versione brogue con suola in gomma a jeans con risvolto e una maglia spessa, per rendere ancor più raffinato il tuo guardaroba per il weekend.
- È la soluzione ideale per: climi più freddi; camminare comodamente; abbinamenti con pantaloni attillati o con risvolto.
Se sei in cerca di uno Stivale Chelsea classico, scegli Monmouth, Ketsby met o Ketsby wg.
Desert Boot
Riconoscibile dalla suola crepe e dalla tomaia in pelle scamosciata, lo Stivale Desert è una calzatura leggera, originariamente indossata dai soldati britannici durante le campagne nordafricane della seconda guerra mondiale. È ispirata agli stivali Veldskoen sudafricani.
- Struttura: a volte chiamato Chukka, questo stivale è caratterizzato da un design semplice ma robusto: tagliato alla caviglia, presenta punta arrotondata ed è formato da due quartieri sulla tomaia, cuciti in cima alla mascherina con un sottocchiello con allacciatura aperta e due o tre paia di occhielli.
- Abbinamenti: abbina il polacchino allacciato in pelle scamosciata, casual e comodissimo, a un paio di pantaloni chino, per passeggiare in città quando le temperature si alzano: rispetto alle sneakers questo look è decisamente piu chic.
- È la soluzione ideale per: climi più caldi; leggerezza e comfort; uno stile casual per il weekend.
Sneakers
Nata a inizio diciottesimo secolo come scarpa da ginnastica, la Sneaker (dal verbo inglese “to sneak”, muoversi senza far rumore) è diventata una popolare calzatura sportiva in tela con suola in gomma grazie al processo di vulcanizzazione della gomma inventato da Charles Goodyear (a cui dobbiamo anche l’omonimo guardolo).
- Struttura: dagli anni quaranta del secolo scorso, la sneaker ha conquistato il mondo come comoda scarpa casual di riferimento. A differenza della maggior parte delle calzature, non è classificabile secondo caratteristiche ben precise: al di là della suola di gomma e della tomaia morbida, può essere di qualsiasi forma, colore e materiale.
- Abbinamenti: abbina un paio di sneakers classiche sobrie a un blazer dal taglio deciso e pantaloni chino di cotone per un’eleganza disinvolta; in alternativa, scegli sneakers rétro massicce con una T-shirt e jeans con risvolto per un look spontaneo e moderno.
- È la soluzione ideale per: comfort; abbigliamento casual o spontaneamente cool; stile contemporaneo.
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